La Ragione ha sempre ragione

L’ormai famoso, e a questo punto direi glorioso, bannato di Notti Attiche m’ha segnalato un articolo che voglio sottoporre alla mia sparuta platea (e dello ‘sparuto’ spero non s’offenda nessuno). Come avrà fatto a segnalarlo costui, si chiederà ora la sopraddetta platea, se è bannato? Semplicissimo: a mezzo d’un comune messaggio di posta elettronica, che m’è arrivato qualche giorno fa e che non avevo ancora aperto. Donde il ritardo con cui ora fornisco il rimando.
Ciò sia anche detto a tranquillizzare chi abbia pensato che Notti Attiche possa generare dell’astio o che sia causa di screzii insanabili. Peraltro rivelo qui che trattasi, il bannato, d’un amico, e d’uno tra i mei più intimi. A significare quanto siamo intimi dico solo che posso disporre a mio piacimento del suo conto bancario.
Le segnalazioni dell’amico bannato sono comunque sempre interessanti e chi abbia aperto il ‘rimando’ (si sappia che d’ora in poi di ‘link’ non voglio più parlare) se ne sarà accorto. Costui rimane comunque bannato, ché così ci siamo accordati: egli stesso dichiara di trovarsi a suo agio in tale posizione.

Nell’articolo in questione si parla della Ragione: niente po’ di meno. Marco me l’ha segnalato avvertendomi che tale scritto è da prendersi sul serio, ma solo fino al paragrafo che ha per tema la rivoluzione; e che, da quel paragrafo in poi, egli se ne dissocia. Con quest’intesa l’ho letto e ho tentato di trarne qualche beneficio.
Devo però a questo punto confessare una cosa che non mi fa onore; e cioè che quando leggo la produzione d’un autore mediorientale come è questo Abdolkarim Soroush, tendo a non darvi troppo peso. Colpa di ciò è da attribuirsi a un diabolico immaginario che non riesco a scacciarmi di testa e che mi fa associare tutti i mori, circassi, persiani, arabi o affini, a raffigurazioni che stanno a metà tra i camuffati di ‘Così fan tutte’ e gli improbabili personaggi di Pulci e di Boiardo, coi loro strampalati nomi d’Agramante, Mattafolle, Smargiasso, Rodomonte, Argalifa od Ismeno (vabé, quest’ultimo è del Tasso…). Né, parlando di culto, riesco a convincermi che in ‘Sorìa’ s’adorino altre entità che ‘Trivigante’ e il ‘dio Macone’. Perfino quando sento discutere d’una faccenda seria quale è la conseguenza delle politiche imperialiste occidentali, ovvero il terrorismo islamico, non può fare a meno di balzarmi alla mente l’Argalifa, a cavalcioni d’una giraffa e armato d’un gran martello…intento a spiaccicar cristiani a destra e a manca.

Una curiosità: in questo testo si accenna al Sufismo. Rivelo qui che Rumi è tra le mie letture favorite, e che un maestro Sufi lo conosco. Oltre ad essere un Sufi costui fa parte d’una organizzazione internazionale (il Murabitun) che si ripropone di combattere in maniera non violenta il sistema economico occidentale, minando l’elemento che di tale sistema è la fondazione: vale a dire l’Usura. Programma che ha tutta la mia approvazione essendo io, oltre che di Rumi, un estimatore di Ezra Pound, pazzo o meno che fosse quest’ultimo. Aggiungo che questo maestro Sufi di mia conoscenza è persona garbata e intelligente; da qualche parte ho alcune monete che mi ha donato, coniate ‘in proprio’ dalla detta organizzazione o da qualche comunità affiliata (e mi voglia perdonare, capitasse qui il maestro, se ho riassunto la faccenda un po’ ‘a braccio’).

Nell’articolo di Abdolkarim Soroush appare questo pensiero, a mio avviso contestabile o, quanto meno, contestualizzabile: “Estrarre norme generali, universali, astoriche dal cuore della “ragione assoluta” e ritenerle applicabili a tutti i popoli di tutte le epoche è diventato più difficile oggi che mai…” Constatazione sicuramente vera nel caso degli intellettuali post-moderni, ma non per chi conquista e governa il mondo a mezzo d’una assai monolitica cultura scientifico-tecnologica. Si prenda un qualsiasi ingegnere che non sia disoccupato e gli si domandi se a progettar transistors e ‘nanordigni’ si affidi a categorie ricavate dal pensiero di Michel Foucault (o sia pur di Thomas Kuhn). Se fosse in grado di esprimere la cosa compiutamente, probabilmente costui confesserebbe di affidarsi a obsolete categorie cartesiane. Al di là dell’infimo livello degli ingegneri, neppure i matematici ostentano oggigiorno una particolare duttilità filosofica: basti pensare alle recenti sparate di Odifreddi in materia di religione. Prova che, a dispetto di quanto afferma Soroush, l’Illuminismo è vivo e pimpante.

Dall’esame della Ragione messo in atto da Soroush si evince comunque che, sull’argomento, la voce che s’esprime con maggior faciloneria e pressapochismo è il Papa; fino a diventare un campione assoluto d’Irragionevolezza. Sulla qual cosa avrei ugualmente da obiettare…Anzi, mi ergerei qui a difendere il Santo Padre, se non altro per ragioni di campanilismo culturale; ma, visto quello che il Papa sta combinando in questi giorni, ho il timore che passerei per un dispettoso bastiancontrario o per un matto.

Aggiornamento del 6 Aprile 2007: un amico ingegnere ha protestato per i miei insulti alla sua categoria professionale. Parlando di ‘infimo livello’ alludevo a un livello del tutto filosofico: e poi si fa per scherzare. Non si offendano perciò gli ingegneri, come non si sono mai offesi per la vecchia battuta: “Un ingegnere non pensa, funziona…”

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